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Tecnologia, inventato albero di Natale che schiva gli attacchi dei gatti

Foto Credits: Microsoft Bing

Canale (CN) “L’idea mi è venuta dopo la disperata richiesta d’aiuto da parte di una coppia di amici”, comincia così la storia di Caligola Cangrande, l’ingegnere che ha ideato, progettato e realizzato un modello di albero di Natale immune agli attacchi dei gatti, conquistato il cuore della LIPAN (Lega italiana protezione alberi di Natale).

Erano giorni che Mauro e Patrizia non dormivano, – racconta Cangrande – una notte la moglie ha sentito dei rumori in salone e ha trovato il marito con la testa incastrata sotto il divano nel tentativo di recuperare una pallina dell’albero. Un’altra volta, appena rientrati da una serata, hanno visto in diretta Baffometto (questo il nome del loro gatto di 8,5 kilogrammi) balzare sopra l’albero, facendolo rovinare a terra e rompendo 23 palline di vetro di Murano con decorazioni in oro zecchino“.

Gli attacchi proseguivano da giorni ma, nonostante i danni, la coppia non riusciva a resistere agli occhioni dolci di Baffometto e al suo alito di tonno marcio, e pensavano che col tempo si sarebbe calmato. Poi una sera è accaduto il peggio, il micio ha deciso di mirare al bersaglio grosso: il puntale dell’albero, attratto dall’irresistibile pulsare delle lucine nella stella cometa in cima. Usando il tavolo come trampolino è riuscito a raggiungere la vetta, facendo crollare per l’ennesima volta tutta la struttura, ma la cosa più grave è stata che il puntale è volato via per metri, andandosi a conficcare nell’amato e rarissimo vinile di “Dark side of the moon”, stampa giapponese “Toshiba EMI Club Edition” e autografato direttamente da Roger Waters.

Da quel giorno la palpebra sinistra di Mauro ha cominciato a battere al ritmo di un frenetico shuffle blues in 12/8, così è entrato in gioco l’ingegner Cangrande: “I tentativi di rimprovero non funzionavano. La reazione del micio era sempre la stessa: sguardo verso i padroni, rotazione della testa di 10º, leccata dei baffi, breve lavaggio della faccia con la zampa, bidet, voltata di spalle e rapida picchiata verso la base dell’albero, con relativo smontaggio di un ramo a caso. Da qui la mia intuizione, bisognava agire in difesa: si tratta essenzialmente di un piccolo motore elettrico che muove delle ruote piroettanti alla base dell’albero, per farlo spaziare in tutte le direzioni. Gli input arrivano da una centralina collegata a tre telecamere con visione notturna. In questo modo riesce a difendersi da attacchi da ogni lato, schivandoli“.

Inizialmente avevo anche pensato di aggiungere delle funzioni d’attacco – prosegue Cangrande – tipo il lancio di palline, ma poi ho notato che questo al gatto piaceva un sacco, lo sovreccitava. Quindi mi sono concentrato sulla fase difensiva. Un’altra peculiarità che sto pensando di integrare, in casi estremi di attacchi contemporanei da più lati, è quella che gli consentirebbe di alzare tutti i rami richiudendosi su se stesso, ficcarsi nello scatolone e riporsi sul soppalco del garage. Siamo ancora in fase di test, bisogna regolare bene la fase di chiusura rami perché, se troppo veloce, catapulterebbe tutte le palline in aria. In ogni caso l’attuale versione sembra funzionare benissimo. Sono stato pochi giorni fa a casa dei miei amici. L’albero era integro e la palpebra sinistra di Mauro ora segue il ritmo di un lento valzer. Anche il gatto sta bene, l’ho trovato appollaiato su una libreria, intento a far cadere uno ad uno tutti i volumi originali de La Recherche di Proust”.

Alessandro Cai

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