NAPOLI – Una nuova pizza entra a far parte del menù della storica pizzeria partenopea “Servillo“. Il pizzaiolo Toni Servillo, solo omonimo del famoso attore di film di Paolo Sorrentino, rende il suo personale omaggio all’asocialità con la pizza tecnologica ‘Cellulariella‘.
“Ordinando una Cellulariella vi verrà servita una pizza con ‘nu layout particolare: uno spazio vuoto al centro, nel quale potrete posizionare il vostro smartphone in modo da mangiarci tutto intorno non scollando mai gli occhi dallo schermo“, spiega il pizzaiolo, che aggiunge: “La Cellulariella è un godimento per il palato e una vera delizia per gli occhi, dato che nel nostro locale offriamo pure il 5G e mentre vi abbuffate ve putit pure verè, che so, ‘na partit’ ro’ Lillestrøm, nu film di Bergman o un capolavoro del grandissimo Paolo Sorrentino”.
Realizzata con ingredienti rigorosamente bio – lo spazio al centro è ottenuto tagliando l’impasto con dei gambi di finocchio a chilometro zero – la Cellulariella può essere ordinata di varie dimensioni e fogge, a seconda del modello di cellulare del cliente.
“L’idea mi è venuta perché ho notato che le persone ai tavoli spesso parlano fra di loro, il che accresce sentimenti come empatia e amicizie reali, che sono negativissimi. Sapete, io sono l’unico pizzaiolo napoletano cupo e decadente, tengo pure una pizza che si chiama Weltschmerz, come il dolore cosmico – precisa Servillo, assumendo improvvisamente le sembianze di Titta Di Girolamo – Volevo offrire un prodotto che subito richiamasse lo stare bene in pizzeria mangiando con la capa immersa nello smartphone senza nessuno ca t’ scass’ o cazz cercando di parlarti. Stiamo assaggiando le diverse declinazioni, ma la Margherita fiordilatte di Napoli e ricotta Fuscella dei fiordi norvegesi sembra la migliore finora”.
Ovviamente, però, nessuno può pensare che Servillo, pur essendo un purista dell’antisociale, non abbia tenuto conto delle opportunità economiche dell’operazione: “La prima regola del marketing – dice iniettandosi una dose di eroina di mercoledì mattina alle 10 in punto – è che se vuoi che un prodotto funzioni nella società di oggi, devi essere sicuro che non serva assolutamente a nulla. Esattamente come un frigo in siberia, un termosifone in Uganda o ‘na richiesta di pagamento dell’IMU al Vaticano. E poi c’è anche il discorso dell’obsolescenza programmata: mentre stai mangiando la tua pizza co’ o bbuc mmiez, il tuo cellulare può diventare obsoleto, soprattutto se è un iPhone, il che ti costringerà a comprarne un altro al volo, e quindi anche una pizza con un altro design, ovviamente entrambe saranno solo apparentemente diverse da quelle di prima ma le pagherai moltissimo di più. Lo so, sono un alfiere della tradizione napoletana – non la tradizione della pizza, la tradizione della truffa”, conclude Servillo.
Stefano Pisani e Fabio Corigliano