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Tik Tok, giovani con bici e videocamera avvicinano spacciatori: è allarme per la “Brumotti Challenge”

Ricerca: non somigliare a Brumotti riduce il rischio di essere pestati in mezzo alla strada - Lercio

MILANO – “E’ una piaga che sta rovinando l’intera nazione, e il mondo dell’informazione deve darci una mano a fermarla”, sono queste le parole di dolore di Michele Carboni, segretario particolare del segretario particolare del segretario particolare del Sindaco Sala, con funzioni anche di segreteria particolare della segreteria particolare della segreteria particolare del Governatore Fontana, in merito ai fatti che stanno creano forte scompiglio in tutta la Lombardia, in primis, e anche nel resto d’Italia.

Le mode, le maledette mode dell’Internet. Ma non era più bello quando i trend venivano decisi solamente dagli stilisti? Che uno si rendeva conto che non c’aveva i soldi per comprarsi nemmeno un poncho e quindi non si buttava a cercare di imitare quelle modelle vestite a CAZZO DI CANE, ma con vestiti di marca, perché questo gli dava valore, agli abiti, mica dovevano essere belli o comodi o indossabili da qualcuno che mangiasse normalmente”, continua Carboni visibilmente amareggiato. Ma cosa sta succedendo nel nostro bel Paese tanto da portare persino il Premier Draghi a interrogarsi se sia il caso di istituire una task force in merito alla nuova moda che sta facendo esplodere Internet: la ‘Brumotti Challenge’.

I giovani”, spiega Colangeli Alvaro, consigliere sulla privacy del comune di Milano e amante del sadomaso, “su Tik Tok passano ore a fare video del cazzo di balletti del cazzo certe volte anche poco vestiti, con le chiappette di fuori. Chiedo scusa, ogni tanto mi esce il Montemagno che ho dentro e dico ‘ste cose”.

“Comunque“, continua Colangeli Alvaro, nato a Santa Maria degli Affluenti Liguri il 30 Settembre del 1985 da madre incerta, “questi ragazzi hanno deciso di sfidare la sorte recandosi nei luoghi di spaccio delle grandi città e cercando di avvicinare chi vende stupefacenti nelle piazze. Si equipaggiano proprio come quello lì che sta in televisione: con bici al seguito, telecamera nascosta, e certe volte con una grande faccia di cazzo. Si mettono anche a fare dei trick senza senso mentre cercano di intervistare gli spacciatori. Alcuni, ormai onnubilati dall’adrenalina che scorre dentro di loro, e immaginando i big like che faranno quando il video sarà online, consegnano anche dei tapiri agli spacciatori, dicendo robe come ‘Siur spacciatore, ma come se la sente che l’hanno scoperta? Eh? È attapirato? Eh? La vedo attapirato’. E puntualmente quelli li menano forte e li mandano all’ospedale. Chi non vorrebbe farlo con Staffelli, scusate? Che trattano tutti male Brumotti ma una bella paliata spetterebbe anche a quello lì ogni tanto. Che poi, quello lì, voglio proprio vedere se va da McGregor a portargli un tapiro”.

Ma qual è la soluzione a questa nuova ondata di idiozia che sta colpendo i giovani del web? “Menateli”, commenta Colangeli Alvaro, grande appassionato di piedi maschili e femminili tanto da averne un archivio completo a casa sua, nel suo pc, nella cartella ‘730 agosto 2018’, e nel congelatore di casa. “Se li menate voi, non andranno poi a farsi menare dagli spacciatori. Avete un amico scemo che fa ‘ste cose? Ecco: menatelo. È tutto più semplice e vi togliete un pensiero. Se poi avete come amico Staffelli, menategli due volte. Così, a buffo”.

Ma non solo i giovani sembrano risentire del fascino della sfida, anche moltissimi ciclisti hanno partecipato alla Brumotti Challenge nel corso di queste settimane e alcuni di loro le hanno prese di santa ragione.

È vero”, spiega Fausto Linetti, ciclista amatoriale da dieci anni, “ci hanno menato e lo hanno fatto anche di gusto, ma è sempre meno di quelle che ci danno quando non ci mettiamo in fila indiana nelle strade a scorrimento veloce e ci mettiamo a discutere per ore tra di noi occupando tutta la corsia. Lì ci menavano con ancora più gusto, ora è da tempo che ci lasciavano stare perché il nuovo nemico sono quelli con i monopattini e ci sentivamo un po’ messi da parte. Da qui è venuta l’idea di partecipare anche noi alla Brumotti Challenge. Abbiamo sbagliato, ma siamo pronti a fare di peggio in futuro. D’altronde devo pur sempre trovare il modo di occupare quelle cinque ore consecutive di domenica in cui mia moglie deve andare dall’amante. È un sacrificio che faccio per mantenere il matrimonio, a me la bici sta sul cazzo più dei monologhi di Siani, pensi lei”.

Davide Paolino

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