Campidoglio (Topolinia) – Si tratta dell’ennesimo dietrofront della giunta presieduta da Virginia Raggi, il trecentosettantaquattresimo dall’inizio del suo mandato. A incasinare la vita della sfortunata sindaca questa volta ci ha pensato una consulente dell’assessorato all’Ambiente, convinta che la decisione di sterilizzare i milioni di topi presenti sopra e sotto il suolo comunale sia da rivedere.
“La castrazione chimica o chirurgica degli animali è una pratica barbara e ormai obsoleta: dobbiamo trovare alternative non invasive per contenere la popolazione dei roditori a Roma“, ha affermato Michela Ratti, responsabile del benessere della fauna e flora romana, nonché pantegana gravida di quasi due chili. L’idea della Ratti è quella di lanciare una campagna di sensibilizzazione all’utilizzo del preservativo tra gli individui maschi della sua specie: “Proporremo una cosa mai fatta in Italia e nel mondo. Lanceremo un bando di concorso rivolto alle università e ai centri di ricerca per lo studio e la realizzazione di condom di dimensioni ridottissime e, visto che per indossarli occorre il pene eretto, finanzieremo scuole cinematografiche per la produzione di film porno per topi. Inoltre, dato che il numero di roditori maschi romani ammonterebbe a circa 25 milioni di esemplari [fonte: YouTube], assumeremo 5 milioni di giovani disoccupati romani che monitoreranno giorno e notte la vita sessuale dei topi a loro assegnati (5 a testa) e li aiuteranno ad infilarsi il preservativo prima di ogni accoppiamento“, ha spiegato la zoccola.
Nonostante l’inevitabile polverone di polemiche che solleverà, l’idea ecologista per derattizzare Roma sembra piacere alla sindaca Raggi che, dopo aver scartato un altro studio del pentastellato dissidente Davide Barillari per sterminare i topi tramite somministrazione di dosi di vaccino esavalente, si è detta disposta a dare il via per finanziare l’esperimento proposto dalla Ratti.
Raggiunta in tarda serata per strada mentre stava spolverando una panchina e dei cassonetti, Virginia Raggi si è concessa ai giornalisti per qualche battuta: “Ragazzi, sono esausta. Ho trascorso l’intera giornata a staccare targhe dai muri e a sradicare pali da terra a causa di intitolazioni di vie fatte alla cazzo a mia insaputa. Pensate, c’era una via intitolata al padre di Di Battista, il quale non è manco morto. Per quanto riguarda i ratti cominceremo l’esperimento al civico 8 di via Napoleone III, nel rione Esquilino, dove intere famiglie di topi di fogna occupano abusivamente uno stabile dal 2003. Se la prova andrà a buon fine estenderemo il sistema a tutto il territorio della capitale. Ora se non vi dispiace andrei a dormire, e non dimenticate: è tutta colpa di Ignazio Marino“, ha concluso la Raggi prima di essere attaccata e portata via in volo da uno stormo di gabbiani.
Andrea Canavesi