Bretzafres (KA) – Dal nostro inviato Giovanlanfrancangelo Mariantonietto Bo.
Siamo in Alaska, uno dei luoghi più inospitali per un essere vivente, a meno che non siate un orso, un orso polare, un pinguino, una lince, un lemming, un alce, una foca, una foca monaca, un lupo, un tricheco, una renna, un leopardo delle nevi, un ermellino, una tigre siberiana, o una granita al limone. (Animali che, peraltro, penso di aver incontrato durante il nostro tragitto verso i campi incriminati di beach volley.)
Come avete inteso, il torneo internazionale è stato sospeso per via degli innumerevoli decessi causati dal clima poco favorevole per questo sport. La scelta di questo luogo, richiama vagamente le dinamiche poco chiare che hanno portato alla scelta del Qatar, come luogo per disputare i Mondiali di Calcio. Ma non è questa la sede né il momento per parlarne.
Siamo qui per incontrare il responsabile di questo evento, e capire se sono state appurate con ragionevole certezza le ragioni di queste morti improvvise.
Buonasera signor Palin Sarah.
Buonasera
Parente dell’ex governatrice Sarah Palin?
No, abbiamo diversi sia il nome che il cognome.
Giusto, in caso contrario si sarebbero spiegate tante cose… Mi scusi, non possiamo fare questa intervista al chiuso?
Ma no… si accorgerà che qui il clima è mite. Le dicerie sulle condizioni atmosferiche sono solo speculazioni dei paesi rivali col solo intento di boicottarci. Il nostro è un luogo ospitale.
Ospitale?
Certo. Non ha visto la nostra fauna piena di orsi, orsi polari, pinguini, linci, lemmings, alci, foche, foche monache, lupi, trichechi, renne, leopardi delle nevi, ermellini e tigri siberiane?
E, a proposito di ospitalità: la gradisce una granita al limone?
Non avete altre bevande?
No, solo granita al limone.
Grazie lo stesso.
Prego
Bene, partiamo con l’intervista. Quante vittime ci sono state?
Oh, semplice. tra i 126 partecipanti venuti dall’estero, 126 sono morti. Per questo abbiamo sospeso momentaneamente il torneo. Sono rimasti solo i nostri portabandiera.
Posso intervistarli? Chi sono?
Due pupazzi di neve. Sono i campioni locali. Non mi guardi con quella faccia: sono fortissimi.
Purtroppo son fortissimi solo qui… Poi vanno a giocare i mondiali in Brasile e diventano inesistenti, impalpabili. Peccato.
Tornando a noi… Quindi ci sono stati ben 126 casi di broncopolmoniti fulminanti?
Broncopolmoniti… Non sappiamo ancora nulla, l’unico fatto accertato dai medici è che gli atleti cominciavano ad ammalarsi appena usciti dall’aeroplano.
Probabilmente l’aria condizionata dell’aereo.
L’aria condizionata? Ma non lo sente questo freddo? Lei esclude che sia il clima polare il motivo di tutte queste broncopolmoniti?
Certo, lo dimostreranno le autopsie. Ci sono giusto dei ritardi tecnici. I medici non hanno abbastanza punteruoli da ghiaccio per aprire i corpi.
Ma com’è possibile che degli atleti abbiano accettato di giocare qua in magliettina o in bikini?
Avranno visto sui siti internet “Temperatura media 20°”. Ma non sapevano che erano Fahrenheit e non Celsius…
E a quanto corrispondono 20° Fahrenheit?
Quasi meno 10° Celsius.
Ottimo. Ma lei che è anche l’organizzatore, ammetterà che si possono creare degli inconvenienti nel giocare a beach volley con temperature così rigide
Giusto qualcuno.
Può farci un esempio capitato in questo torneo?
Ecco… Un giocatore, per colpire la palla, ha effettuato un bagher, e gli è caduta rovinosamente a terra, spaccandosi in mille pezzi.
La palla?
No, la mano… Capita, a queste temperature
Ah… altri inconvenienti?
Mah, piccoli come l’incidente di prima. Visto il mare ghiacciato, una volta la palla è uscita fuori dal campo, ed è rotolata sino in Giappone.
E un paio di palloni si son bucati andando a finire sulla punta di un iceberg posteggiato qui vicino.
Immagino allora che i palloni qui si buchino spesso…
Certo, per non parlare di quando vanno a finire sui capezzoli delle giocatrici… Che con questo meteo sono particolarmente lunghi e appuntiti.
L’altro giorno son passato vicino ad un’atleta e per sorpassarla ho dovuto fare il limbo.
A proposito… Dovremmo farlo un torneo di limbo sulle nevi. Basta con queste attività a esclusivo appannaggio dei paesi caldi.
Beh, ci sarà un motivo, non crede? Certi sport non sono praticabili ovunque…
Non sono dello stesso parere.
No? Ha per caso pensato a degli sport da proporre e praticare qua nel nord del pianeta?
Certamente, con giusto qualche piccola modifica. Eccole un breve elenco:
La Lotta Esquimese-Siberiana (E’ come quella greco-romana, solo che i lottatori indossano il Moncler).
Il Sollevamento nevi (Qui furbescamente gli atleti invece di mettersi il gesso sule mani, possono mettersi il sale).
Il nuoto sincronizzato (Non semplicissimo perché le ragazze, per salire a riprendere aria, devono prima rompere il ghiaccio in superficie).
Il Dressage (Ma con l’orso polare).
Hockey su prato su ghiaccio (Sopra il ghiaccio mettiamo l’erba sintetica. L’innovazione sarà che i giocatori giocheranno sul prato coi pattini da ghiaccio).
E, sicuramente, il calcio sui monti innevati, con pendenza del 90 % (Ovviamente è leggermente avvantaggiata la squadra che gioca nella parte più alta, ma col cambio campo si riequilibra tutto).
Queste saranno le nostre proposte che faremo al comitato olimpico.
E non saranno di certo un paio di broncopolmoniti a fermarci… Di cui, peraltro, la responsabilità è tutta da accertare…
Per noi è solo un caso, non c’è così freddo. È che non ci sono più gli atleti di una volta. Guardi lei, stiamo facendo questa intervista da ben 10 minuti ed è ancora nel pieno delle sue forze. Giusto, signore? Signore? Perché ha quello sguardo fisso… Signore?
Vabbè… salviamo perlomeno questa intervista che ci porterà pubblicità. Come si spegne questo registratore? Ah, ecco.
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Albert Huliselan Canepa