La campagna elettorale negli USA si infiamma, e stavolta non c’entra il Ku Klux Klan e qualche afroamericano crocifisso (non direttamente, almeno). Ad accendere gli animi è di nuovo il candidato alle primarie repubblicane Donald Trump, che durante la convention in Alabama ha fortemente criticato gli attuali metodi di esecuzione della pena capitale.
Il miliardario newyorchese si è scagliato contro i “costi troppo alti che gli Stati Uniti affrontano per uccidere gente che si merita solo la morte”. A chi lo criticava per l’inconsistenza del suo programma elettorale, Trump ha risposto snocciolando dati statistici e cifre: “Dal 1973 a oggi 1359 condannati a morte hanno avuto quello che gli spettava, ma le casse degli stati non possono sostenere un costo così alto. In un paese civile i rei dovrebbero pagarsi l’esecuzione”.
Il magnate propone dunque un insieme di soluzioni che potrebbero ammortizzare le spese, i cui pilastri saranno due distinti provvedimenti. Il primo, una legge che destini le carcasse dei morti alla produzione di carne in scatola destinata all’esercito. “I nostri combattenti all’estero” dichiara Trump “meritano qualcosa di meglio della razione K. Il nuovo prodotto sarà iperproteico, gustoso e salutare. Ho anche già in mente un nome originalissimo, di cui vado molto fiero, e ho incaricato i miei legali di registrare il marchio: Soylent Green“.
Il secondo provvedimento sarà la sostituzione dell’iniezione letale: “Costa davvero troppo, inoltre la mia equipe ha dimostrato che il veleno rende la carne non commestibile. Abbiamo pensato a un ritorno della cara vecchia sedia elettrica, ma il Soylent Green va cotto a vapore. Stesso problema con l’impiccagione, che rende la carne troppo dura e stopposa. Perciò la soluzione migliore è smembrare i condannati a morte con delle seghe arrugginite, attrezzi molto economici che hanno il vantaggio di rendere il prodotto più facile da lavorare, diminuendo la fatica dei macellai”.
La proposta ha trovato parecchi consensi nel mondo repubblicano, ma anche qualche critica come quella del senatore Kurt Kennett Kline, che ha bollato come mostruosità incivile il progetto di Trump: “Sappiamo benissimo che negli Stati Uniti la maggior parte dei condannati a morte sono afroamericani, quel pazzo vorrebbe che i nostri soldati bianchi mangiassero carne di negro”.
Il candidato alla presidenza è stato comunque molto abile nel fugare le perplessità e i dubbi della proposta, e a chi gli ha chiesto del perché la sega dovesse essere proprio arrugginita ha risposto: “Non c’è un motivo specifico, semplicemente mi piace fare del male alla gente”.
Gianni Zoccheddu