COSENZA – Sembrava una qualunque fila di quarantotto ore per aggiudicarsi il nuovo cavetto esclusivo dell’Ipod Nano Touch Watch Echittebiv (vendibile anche online a soli due reni), invece era per la grande apertura del primo negozio nazionale “Tutto a 99 like”: il nuovo store offre ai propri avventori qualunque cosa si possa trovare in un qualsiasi ipermercato con la differenza che qui si paga solo in like, in retweet, in una sola parola “visibilità”.
Qualche esempio? Un pacco di pasta: sette like. Una confezione da due di caffè: cinque retweet. Una poltrona massaggiante cinese con happy ending: una confezione da cento di “visibilimoney”, la moneta con cui viene pagata ormai gran parte dei giovani lavoratori italiani.
“L’idea mi è venuta qualche tempo fa”, spiega Mattia Defollowi, ideatore, presidente e testa di legno dell’intero progetto, “ero lì a sbirciare lo smartphone, a chattare sul tablet, a scrivere al pc e contemporaneamente ad intraprendere bisogni fisiologici quando ho capito che c’era qualcosa di troppo vecchio che girava ancora tra noi. All’inizio pensavo fossero i miei genitori quindi ho subito requisito loro la tessera bancomat e successivamente li ho rinchiusi nella casa di riposo gestita da nazisti sovietici Il Lager, ma niente, quel senso di vecchiume ancora non mi passava! E’ stato quando sono andato a ritirare la loro pensione e i loro risparmi che ho capito: i soldi! La moneta è vecchia. E’ un sistema vecchissimo. Persino i bit-coin non hanno più senso di esserci, l’unica vera cosa che conta sono la popolarità e la visibilità. Il resto è fuffa, o come dite voi, per mascherarcelo, roba vintage”.
“Ho capito subito che i social network hanno un potenziale infinito”, continua il Defollowi, “Le faccio un esempio: una ragazza con due grosse tette mette le sue foto su instagram con i filtrini e bam…cinquemila cuoricini in un secondo. E quei cuoricini da noi sono soldi! Ci puoi acquistare ciò che vuoi, persino un reggiseno così la smetti di sbattercele in faccia quelle assurde enormità mammarie! Altro esempio: un grafico fa un lavoro di venti ore consecutive ed ottiene dal committente solo una stretta di mano virtuale e l’essere citato come autore del progetto, col sistema attuale si considera sfruttamento, con la nostra nuova idea invece è un lavoro vero e proprio! Quel progetto andrà sui social e i like che favorirà saranno divisi al 60% per il grafico e al 40% per il suo datore di lavoro, ottenendo un’equità che prima non c’era. E qui si potrà comprare tutto, senza più toccare una dannata banconota di filigrana”, conclude Defollowi bruciando un pezzo da 50 euro sotto gli occhi bramosi dei clienti.
Insomma una rivoluzione che, seppure appena iniziata, si prefissa di cambiare totalmente il mercato globale, compresa la lenta scomparsa dei portafogli dalle tasche dei clienti perché, come puntualizza Defollowi, “nel nostro negozio si paga con la nostra app PagaLike, che conta tutti i mi piace, i retweet e i cuoricini che hai a disposizione e te li scala automaticamente quando vai a pagare alla cassa. E’ il futuro! Niente potrà fermarlo”, afferma prima di essere portato via da due camici bianchi nella stessa casa di riposo dei genitori.
Un futuro, così afferma il titolare, che porta già con se una bella serie di domande. Quanto vale esattamente un like”? Il “Mi piace” di un vip conta di più? Quando vai su pagine Facebook famose e leggi il titolo dell’ultimo articolo (ma non il pezzo stesso) solo per fare una battuta infima ed assicurarti un migliaio di like, i suddetti devono essere smistati anche con la pagina stessa? A queste domande la risposta molto probabilmente verrà data da una nuova figura lavorativa che si sta già facendo largo e che già viene chiamata comunemente “l’estimatore dei social”. Il suo compito sarà smistare tra i vari like di cordoglio per la perdita del pesce rosso, che valgono notoriamente di meno, incrementare il valore dei retweet sulla battuta sagace sui fatti del giorno, e infine decuplicare i cuoricini ottenuti dalle foto delle tette di una qualsiasi ragazza perché, pur apprezzando l’informazione o la satira, l’unica cosa di cui non ci si stancherà mai sono comunque sempre le tette.
Davide Paolino