La sentenza è senza dubbio di quelle destinate a far passare il tempo a chi rientra nel 43% dei disoccupati di età compresa tra i 15 e i 24 anni. Anche se quanto statuito dalla terza sezione penale della Cassazione è destinato ad avere ripercussioni sulla vita di tutti: i giudici hanno infatti assolto dall’accusa di omicidio l’ultracentenario Silvestro Veglione, arrestato 89 anni fa per aver trucidato un amico, “reo” di avergli chiesto “Che fai a Capodanno?”.
I giudici hanno riconosciuto a Silvestro Veglione la scriminante della legittima difesa, affermando che il trovarsi a dover rispondere alla domanda “Che fai a Capodanno” al 2 di febbraio, data in cui fu commesso l’omicidio, è una situazione riconducibile a quella descritta dall’articolo 52 del nostro codice penale. I giudici hanno posto l’accento sul fatto che Veglione “è stato costretto a uccidere l’amico dalla necessità di difendere il suo diritto alla propria salute psichica dal pericolo attuale di una domanda sconvolgente e a tratti allucinante”.
I giudici non hanno però accolto la richiesta della difesa, che aveva chiesto un encomio per Veglione, in considerazione del fatto che con la propria condotta avrebbe aumentato di mezzo punto su base annua il QIN (Quoziente Intellettivo Nazionale). La Cassazione ha infatti stabilito che il Quoziente Intellettivo Nazionale italiano è definitivamente venuto meno nella giornata del 28 ottobre 1922 e che i tentativi di riportarlo in vita sono falliti del tutto tra il 27 e il 28 marzo 1994.
Questa assoluzione aprirà sicuramente molte discussioni, con da una parte i sostenitori della libertà di parola e i rompicoglioni e dall’altra chi invece spera che questa pronuncia faccia da viatico alla possibilità di invocare la legittima difesa davanti a domande come “Ma non l’hai la ragazza?”, “Quanti esami ti mancano?” “Ma Renzi è di sinistra, non lo capisci?” e poter quindi accoglierle imbracciando un fucile d’assalto o brandendo una roncola.
Quello che per ora è certo è che su Facebook molti continuano a chiedere “Cosa fai a Capodanno?”. Gli analisti non capiscono se si tratta di una protesta social o di un’iniziativa de “La Repubblica”.
Eugenio Iodice