Si profila uno straordinario successo nella denazificazione dell’Ucraina da parte dei partigiani russi, grazie al lancio quotidiano dei razzi Katiusha carichi di volumi de La banalità del male di Hanna Arendt, de Il Diario di Anna Frank e di Maus di Art Spiegelman.
Ieri notte si è fatto un altro grande passo avanti verso la democrazia e la tolleranza: un missile partito da un incrociatore sul Mar Caspio ha denazificato un’intera scuola materna. Sfortunatamente l’edificio era vuoto e non si è potuto denazificare i bambini che la frequentano, o meglio, che la frequentavano, ma fonti del governo russo assicurano che tutti i giocattoli, le seggiole, i disegni e le intere aule sono ora macerie denazificate.
La Russia si sta concentrando sugli obbiettivi più sensibili, quelli che nascondono il maggior numero di nazisti: complessi residenziali, supermercati, ospedali e scuole; con risultati talmente straordinari che persino l’Onu non è in grado di conteggiare quanti siano i civili denazificati in queste 4 settimane di guerra, operazione militare, operazione speciale, gita di scuola in Ucraina al lager nazista di Janowska.
Purtroppo però, il male ha radici robuste, e si stima che almeno 4-5 milioni di ucraini abbiano volontariamente, e senza nessuna valida ragione, abbandonato e tradito il proprio paese, pur di non rinnegare il nazismo, con una ostinazione che rasenta il crimine e che dovrebbe spingere l’Europa a sanzionare questi criminali, invece di accoglierli.
Intanto sul fronte diplomatico il portavoce di Putin, Dmitrij Peskov, ha dichiarato che “se il nazipresidente della naziUcraina naZelensky si fosse denazificato per tempo, la Russia non sarebbe stata costretta a denazificare il suo nazipaese”. Il Ministro degli Esteri Sergey Lavrov ha in ogni caso assicurato il massimo rispetto delle convenzioni internazionali in tema di diritti umani, cosa che – ha comunque precisato – gli ucraini non sono.
Gianni Zoccheddu