Ustica (PA) – “Si tratta di un traguardo importantissimo per tutte le istituzioni e per la società civile italiana, finalmente abbiamo posto fine a uno dei più oscuri misteri della storia recente del nostro Paese: il DC 9 del volo di linea IH870 partito dall’aeroporto di Bologna-Borgo Panigale e diretto all’aeroporto di Palermo-Punta Raisi, sparito dai radar alle 20:59 del 27 giugno 1980, è precipitato in mare, nei pressi di Ustica, in Sicilia”. Trattiene a stento l’orgoglio il generale Nando Insabbia, ufficiale dell’ Aeronautica Militare Italiana e fulgido esempio – di certo non isolato – della solerzia con cui le forze armate si battono per la giustizia e la verità.
Dopo appena 41 anni di indagini, in collaborazione con la magistratura e le istituzioni politiche, si è giunti in tempi record a risolvere il caso, anche se rimangono ancora alcuni aspetti secondari non del tutti chiariti, come aggiunge lo stesso Insabbia: “Pensiamo che i tempi non siano ancora abbastanza maturi per parlare di vittime. Le 81 persone (di cui 13 bambini, NdR) salite sul volo Alitalia potrebbero essere state rapite tramite teletrasporto da una civiltà aliena prima della caduta dell’aereo, e le 39 salme ritrovate in mare potrebbero essere dei cloni lasciati per depistare le nostre ricerche”.
La proverbiale pignoleria con la quale i militari hanno affrontato anche i dettagli più insignificanti del caso ha fatto emergere un’altra piccola questione: come e perché l’aero è precipitato? Nel breve battito di ciglia di queste quattro decadi, sono state formulate le ipotesi più assurde, come quella di un missile aria-aria che avrebbe colpito il velivolo durante fantomatiche manovre militari aeree svolte la sera del 27 giugno. Un’assurdità che si regge su indizi tanto deboli quanto inverosimili: il ritrovamento del serbatoio esterno di un aereo da guerra Nato, la presenza attiva di almeno due navi portaerei, l’allarme lanciato da due caccia italiani, il Mig libico precipitato nei monti calabresi, le perizie che indicano un’esplosione dall’esterno verso l’interno della fusoliera del DC 9 e altre minutaglie di questo tipo.
L’ipotesi più accreditata dalle forze armate rimane comunque quella che l’intera esistenza umana sia solo il folle sogno di un pirata spaziale che solca gli sconfinati mari della Via Lattea, arpionando comete a bordo della sua baleniera interstellare in legno. “Se – come pensiamo- tutto questo è vero, allora non si può di certo imputare ai 23 ufficiali e sottoposti dell’aeronautica militare il presunto insabbiamento – conclude il generale Insabbia – visto che le numerose e comprovate sparizioni di registri, materiali audio, tracciati radar e documenti vari, le morti misteriose negli anni successivi di vari testimoni dell’accaduto, i licenziamenti tramite firme false del Presidente della repubblica, sono anch’esse frutto di fantasia, come dimostra infatti l’assoluzione in Cassazione per il reato di alto tradimento, nel gennaio 2007”.
Grazie a questo decisivo passo avanti non rimangono che due domande davvero degne di risposta. Ustica esiste? E l’uomo è davvero in grado di costruire macchine volanti?
Gianni Zoccheddu