ROMA – Piccolo incidente di percorso nel tour di Roberto Vannacci, che in queste settimane sta promuovendo il suo libro “Il coraggio vince. Vita e valori di un generale incursore a cui una granata è esplosa troppo vicino alla testa” (editore PIEMME, 19,90€, ma è possibile pagare anche in lire, data l’arretratezza del pensiero, e perfino in sesterzi).
Ieri, infatti, è saltata la presentazione in una birreria nel centro di Roma in cui era stata annunciata la presenza del generale sospeso con stipendio dimezzato. Motivo: il militare, dopo aver guardato per troppo tempo la campagna PD contro di lui “Ignoralo” che si era fatto stampare su una t-shirt, date le sue capacità mentali ha finito per restarne ipnotizzato e, come ogni buon soldato col cervello sottovuoto, ha obbedito bovinamente all’ordine.
“Vannacci mi ha chiamato stamattina – ha spiegato il proprietario della birreria, il signor Valeriano Hofbräuhaus – e ha detto testualmente che doveva ‘ignorare Vannacci. E quindi non verrò alla presentazione del suo libro’. Ho cercato di convincerlo che Vannacci era lui e che era la sua presentazione, che senza di lui non si sarebbe fatto nulla, ma continuava a ripetermi ‘No, no, no e no!’ e mi sembrava di sentire come un rumore di piedi battuti in terra. A quel punto ho riagganciato”.
Tanta la delusione della folla che si era radunata per questa occasione. “Ci eravamo preparati a una bella serata di razzismo, misoginia, omofobia… e invece torniamo a casa con un palmo di naso”, racconta con amarezza uno dei presenti, coperto interamente da un lenzuolo bianco con una croce sul petto, “almeno potevano prendere a schiaffi qualche disabile, giusto per accontentarci un po’… e invece niente”.
La presentazione del libro, le cui vendite stanno andando benissimo come quelle de Il mondo al contrario, che è stato acquistato da quasi 300mila idioti, sarà probabilmente recuperata tra qualche settimana, sempre che lo psichiatra a cui è stato affidato il reazionario e farneticante generale riesca a convincerlo che ignorare se stesso non è una strategia vincente. “Mi ha spiegato che, se tutti ignoreranno Vannacci, si dimenticheranno anche le accuse per peculato e truffa che riguardano Vannacci, quindi le indennità di servizio per i familiari percepite illecitamente, le spese per benefit legate all’auto di servizio non autorizzate, i rimborsi per l’organizzazione di eventi e cene che in realtà non sarebbero stati organizzati. Però, per convincere tutti a ignorare Vannacci, deve dare per primo il buon esempio, come ha sempre fatto nella sua gloriosa carriera militare, condotta tra trincee, partite a Risiko e paracadute che spesso non gli si aprivano perché dimenticava di tirare la cordicella” racconta il medico. E conclude: “Io credevo che tutto quello che diceva fosse frutto di disordine da stress post-traumatico, una condizione molto comune tra i reduci di guerra, ma, adesso, in verità vi confido che inizio a pensare che sia semplicemente scemo”.
Stefano Pisani
(Quest’articolo è stato scritto anche grazie al sostegno di Box)