Spoleto (Caracas) – “In Umbria per gli assassini è finita la pacchia!” Il profeta della liberazione del cuore Immacolato di Mari… ehm, del cuore dell’Italia, non ha dubbi, da domenica la ex regione bolscevica non è più il luna park per criminali, ricattatori, delinquenti, fuorilegge e tutti quelli che sono pronti a far fuori una persona solo perché pensano che li abbia visti mentre non chiedevano la fattura all’idraulico.
L’ex ministro dell’interno e aspirante oligarca russo ad honorem ha già ben chiaro il bersaglio da cui cominciare per riportare la regione più a sud del nord Italia (confine che pare si stia estendendo sempre di più) al suo antico idilliaco splendore: Don Matteo.
“Sapete quanti morti ammazzati ci sono stati a causa di quel prete? Già quasi 250. Grazie alle sinistre che qui hanno governato per 48 anni + 1 (E niente, quel numero proprio non gli va giù – NdR) questa non era più Italia, era il Venezuela! E lo dico con il massimo rispetto per l’amico Guaidó che si trova ancora ad avere a che fare con l’autista di Chavez”.
L’uomo che ha sconfitto le accise semplicemente ignorandole, ha poi proseguito sottolineando che gli indizi per insospettirsi del prelato c’erano tutti: “Straniero, americano, che ora sono buoni pure loro – e lo dico con il massimo rispetto per l’amico Trump che ha già i suoi problemi con quella sterminatrice di Cabot Cove – sempre in bici e chi usa ancora la bici, ormai? Solo gli immigrati clandestini che vengono qui a raccogliere il basilico per 16 ore al giorno impedendo a noi di farlo, sbarcati sul Trasimeno e pagati 35 euro per essere ospitati in hotel di prima classe mentre passano il tempo a urinare nella fontana di Perugia. Poi uno che si chiama Matteo, come Renzi…”.
A chi gli fa notare che il suo discorso, tanto per cambiare, non ha senso (a parte la notazione sul Matteo), che il prete non è l’assassino ma quello che li incastra e che l’attore che lo interpreta è nato nell’italianissima Venezia, l’uomo che sta ancora raccontando di essere seduto al tavolo delle contrattazioni sul prezzo del latte sardo e che non si alzerà fino a che non sarà 1 euro al litro ha risposto con la sua solita, inesorabile e incontrovertibile argomentazione: “Bibbiano Saviano!”
Un’altra delle accuse rivolte al prete detective è la sua tendenza inscalfibile a perdonare il colpevole, contribuendo a spargere il seme malato e contaminante del buonismo, e a umiliare senza ritegno il valore delle forze dell’ordine, anche se pensano che il primo sospetto per la morte di un pugile di 130 kg. ritrovato massacrato di botte al fondo di una scarpata di montagna sia la nonna cieca e paralitica.
Anche la sodale Giorgia Meloni non ha dubbi: “Io sono Giorgia, sono una donna, sono una madre, sono italiana, sono cristiana: non me lo toglierete! Però è pure vero che ‘sto prete porta sfiga forte, eh! A Gubbio l’hanno cacciato, ché pe’ corpa sua je stavano a stermina’ ‘a città. Mo’ sta a decima’ Spoleto. A Spello se stanno già a toccà li cojoni!”
In serata è giunto anche il commento di Berlusconi su questa prima iniziativa del neo-governo umbro: “Vogliono punire i dilettanti che evadono solo 50.000 euro, se non era per me che li sdoganavo i fascisti ora non potrebbero violare la Costituzione, la sapete quella del prete e della suora che dormono nella stessa stanza, la suora si spoglia e il prete indicando le tette dice “Cosa sono quelle?” e la suora risponde che sono i suoi fari, poi il prete indicando la sua cosina le dice “Cos’è quella cosa?” e la suora risponde che è una foresta. Poi la suora dice, indicando il suo membro, “Cos’è quello?” e il prete risponde “Il mio bastone” poi la notte il prete sveglia la suora e dice: “Suora, suora accendi i fari che il mio bastone si è perso nella tua forest….. Ron…Zzzzzzzzzzz”. Poi l’hanno rimesso nella teca.
Augusto Rasori