Eallorail (PD) – “Si tratterebbe di un traguardo molto importante per alcune regioni a guida PD del sud e del centro Italia e un passo decisivo per la protezione degli ecosistemi chiave in grado di invertire e contrastare la politica populista”, afferma Salvatore Panda, vice presidente del WWF, che a ridosso delle ultime tornate elettorali regionali aveva lanciato l’allarme “Se non si interviene subito, il Partito Democratico potrebbe scomparire per sempre, anche cambiando nome”. Secondo la più grande organizzazione mondiale per la conservazione di natura, habitat e specie in pericolo infatti, bisognerebbe immediatamente individuare delle macro aree nelle poche regioni ancora a guida PD e dichiararle Patrimonio naturale applicando gli stessi regolamenti dei parchi nazionali e, successivamente, identificare all’interno di queste macro aree delle micro aree denominate ‘oasi protette‘ (ovvero dove l’habitat favorevole consente una ritorno alle urne superiore al 18%) da tutelare con ogni mezzo. Le stime del WWF mostrano che entro 3 anni, se continuerà l’attuale trend, il PD potrebbe addirittura non avere più la forza di scindersi.
Eppure in passato si è cercato di farli riprodurre attraverso un apparentamento con un’altra specie protetta con una spiccata propensione all’adattamento, l’Udc, ma purtroppo con scarsissimi risultati, tanto che l’esperimento ha portato quasi alla totale estinzione di entrambi i partiti. Gli esemplari infatti, hanno copulato moltissimo insieme, ma senza mai procreare.
“Nella nostra proposta – illustra Panda – sono previsti: un piano immediato per la riproduzione e la ripopolazione di alcune aree particolarmente a rischio, un protocollo di salvaguardia dell’elettorato e uno studio per la ricerca di un leader credibile. Tali interventi di fatto permettono la tutela, la conservazione e la valorizzazione dell’ambiente e degli habitat esistenti attraverso l’utilizzo sostenibile”. Il WWF crede fortemente che stabilire un contatto sia di vitale importanza per attrarre i gruppi indigeni, alcuni dei quali sono ancora oggi sconosciuti o vivono in isolamento volontario, specie dopo aver fallito con l’esperienza civica.
“È pur sempre vero che il cambiamento climatico, l’espansione delle politiche umanitarie, le proteste dei centri sociali e gli insediamenti abusivi restano una minaccia significativa per le terre democratiche, ma noi tutti confidiamo in un intervento anche dell’Unesco, per questo abbiamo interpellato il nostro portavoce Lino Banfi, che ha ricordato questo momento storico come la Xylella degli elettori del PD, paragonando la moria elettorale dei democratici a quella degli ulivi della sua terra, che lo stesso attore ha definito un Olocheusto“. “Sicuramente – conclude Panda – l’espansione e il riconoscimento di questi posti unici come siti del patrimonio mondiale rappresenterebbe un passo significativo verso la sua salvaguardia per le generazioni future”.